Gli effetti nello spazio della Teoria dell'Etere di de Duillier - Le
Sage sono cosi' lievi
che potrebbero essere finora sfuggiti?
Alessandro Soranzo (2015)
Dipartimento di Matematica e Geoscienze
Universita' di Trieste
Abstract.
The space effects of the de Duillier - Le Sage Theory of
Ether might be so feeble that
maybe they could have remained unnoticed till now.
Secondo la Teoria Gravitazionale (dell'Etere) (detta) di Le Sage
(1748), in effetti proposta (1690) da Nicolas Fatio de Duillier,
su ogni corpo "nevica" una materia impalpabile e invisibile costituita da
corpusculi piccolissimi che causa quella che appare come attrazione
(gravitazionale) fra i corpi, ma che in effetti piu' propriamente
sarebbe una pressione.
Questa teoria non e' mai stata realmente invalidata da alcun
esperimento - nemmeno
dall'esperimento di Michelson - Morley che cerca una componente
dell'ipotetico vento
d'etere tangente alla superficie terrestre;
piuttosto, e' stata ritenuta superata da teorie piu' moderne e raffinate.
Come leggiamo su Wikipedia (in Inglese, alla voce "Le Sage's theory of
gravitation")
questa spiegazione meccanica della gravita' non guadagno' mai
un'ampia accettazione,
benche' abbia continuato ad essere studiata occasionalmente dai fisici
fino all'inizio
del 20^ secolo, tempo in cui generalmente e' stata considerata definitivamente
screditata.
Tuttavia si puo' ipotizzare - senza assolutamente crederlo veramente,
a soli fini epistemologici -
che effettivamente esista
un qualcosa - che potrebbe essere identificato con l'etere - che
"nevica" perpendicolarmente
alla superficie terrestre e su cui si appoggia la radiazione
elettromagnetica,
venendone accelerata verso il basso e rallentata verso l'alto.
Si potrebbe per esempio ipotizzare
un incremento di velocita'
passando dalla direzione orizzontale a quella verticale verso il
basso uguale - almeno
approssimativamente - alla velocita' di fuga relativa alla Terra,
11000 metri al secondo; e verso l'alto un uguale
decremento. L'etere insomma arriverebbe sulla Terra alla velocita' a
cui vi arriverebbe un
grave che partisse da distanza infinita con velocita' nulla -
escludendo l'attrito con l'aria
e ogni altra interazione non con la Terra.
Consideriamo ora una particella priva di massa che parte con velocita' v
dalla superficie del Sole verso la Terra
appoggiandosi al flusso di etere dello spazio, ipotizzando per
esso - in ogni punto del percorso
dal Sole alla Terra - la velocita' risultante dalla somma in quel
punto delle velocita' di fuga relative
al Sole e alla Terra.
La velocita' di fuga relativa a un corpo (puntiforme) di massa m in un
punto distante x e'
(G m / x)0.5
essendo G la costante di gravitazione universale.
Allora posta l'origine nel centro del Sole e il centro della Terra in
d la velocita' della particella
in x e'
v(x) = v - ( G M / x )0.5 + ( G m
/ ( d + R - x ))0.5
essendo
M = massa del Sole = 1.9891 1030 kg
m = massa della Terra = 5.9726 1024 kg
G = costante di gravitazione universale = 6.67408
10-11 m3 kg-1 s-2
d = distanza Terra - Sole = 1.495978707 1011 m (1
AU, distanza media)
Ora vogliamo ipotizzare anche
v = c = velocita' della luce = 2.99792458 108
m s-1
Dall'equazione differenziale v(x)=dx/dt
ovvero piu' precisamente dal Problema di Cauchy
x' ( t ) = v ( x ( t ) )
x ( t = 0 ) = R
segue che il tempo di percorrenza dalla superficie del Sole quella della Terra e' l'integrale di
1 / v ( x )
da R a R+d
essendo
R = raggio del Sole = 6.96342 108 m (raggio equatoriale).
L'integrale di
1 / v(x) = 1 / (v - ( G M / x
)0.5 + ( G m / ( d + R - x
))0.5)
non puo' essere espresso con funzioni elementari.
L'integrazione numerica da R a R+d da'
T' = 499.0973 s
solo di poco maggiore (poco meno di un decimo di secondo, circa 1 parte su 5400) del tempo di
percorrenza classicamente calcolato
per un raggio di luce dalla superficie del Sole alla superficie della Terra:
T = 499.0048 s = d / c .
Per qualche suggerimento di carattere matematico ringrazio i Professori Gino
Tironi e Pierpaolo Omari, del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Universita' di Trieste.
E ringrazio Fabio Mosca per avermi fatto conoscere i suoi esperimenti, e la teoria
dell'etere
finora generalmente detta di Le Sage.
Trieste, 2015-NOV-5